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Inidoneità per causa di sevizio: Militare riammesso in servizio dopo essere stato ingiustamente privato del proprio ruolo

Inidoneità per causa di sevizio: Un militare, ingiustamente privato del ruolo spettantegli, dopo aver presentato ricorso al  TAR Lazio, ha visto tutelato il proprio diritto al riconoscimento della causa di servizio, con conseguente reimmissione a ruolo.

Inidoneità per causa di sevizio: nel caso in esame il giovane, vittima di un infortunio durante un corso di addestramento, otteneva il riconoscimento dell’incidente come dipendente da causa di servizio, mediante la compilazione del Modello C.

Tale incidente lo ha costretto a subire un delicato intervento chirurgico, il quale ne inficiava permanentemente le prestazioni fisiche.

Tuttavia, sorprendentemente, l’amministrazione, a seguito della richiesta per l’ottenimento dell’equo indennizzo e della pensione privilegiata, non riconosceva più  l’interdipendenza della ridotta idoneità fisica all’incidente che, di fatto, aveva dato origine al calvario del militare.

Il militare, grazie all’ausilio dello Studio Legale Parente, è riuscito a veder tutelati i propri diritti.

Infatti, il TAR Lazio  ha annullato il decreto con cui si privava il giovane di un prosieguo di carriera.

L’Organo giudicante ha disposto che: “la P.A., prima di emanare i provvedimenti espulsivi, avrebbe dovuto valutare se il già avvenuto riconoscimento della patologia … non potesse assumere una valenza sufficiente a determinare, già ex se, nella disciplina della fattispecie, l’applicazione del 2^ comma dell’art. 955 del D.Lvo 15 marzo 2010 n. 66.

Ma, di siffatta valutazione, non vi è traccia nei provvedimenti espulsivi impugnati i quali risultano fondati soltanto ed esclusivamente sull’esito negativo del procedimento, avviato dal ricorrente..al fine di ottenere l’equo indennizzo e  la pensione privilegiata.”

La norma pocanzi richiamata, intitolata “Impiego dei volontari che hanno subito ferite o lesioni in servizio”,  prevede che: “Se le ferite o lesioni sono riconosciute dipendenti da causa di servizio, i volontari in ferma prefissata possono essere ammessi, secondo le modalità previste dalla normativa vigente, alle ulteriori ferme e rafferme, nonchè all’immissione nel ruolo dei volontari in servizio permanente e sono impiegati in incarichi, categorie, specialità e specializzazioni adeguate al nuovo profilo sanitario posseduto”.

Lo Studio Legale Parente, ancora una volta, si è mostrato affidabile alfiere della difesa dei diritti dei militari.